Gino Cappello – 1954 Maglia Nazionale Calcio | Nazionale, su Il Museo di Pignaca. La nazionale bielorussa non esisteva prima del 1990, dato che i giocatori bielorussi giocavano nell’Unione Sovietica. La nazionale bielorussa si riconosce nei simboli nazionali: sul petto delle divise generalmente non compare alcun simbolo federale, ma lo stemma della repubblica. Nel secondo dopoguerra, caduto il regime fascista ma con ancora in vigore la monarchia, nel 1945 la nazionale riprese l’attività riproponendo nuovamente la croce sabauda, senza più il fascio littorio. In passato vi è stata anche una seconda squadra, la nazionale B, che occasionalmente ha funto da supporto e sviluppo per la prima squadra. Nonostante il Cagliari costruisca una buona squadra, nemmeno il tecnico abruzzese riesce però a far fare alla squadra il salto di qualità e al termine del girone di andata del campionato i sardi si ritrovano quartultimi in classifica con soli 14 punti e il rischio concreto di retrocedere. La chiesa godeva di pregevoli stalli per la congregazione e di una cancellata in ferro battuto posta tra l altare e il resto della chiesa per separare le parti, che però sono andati persi. Recenti indagini hanno rilevato, infatti, che la pala è stata ridipinta, modificata e rimaneggiata, mentre l altare è stato coperto interamente da una tinta color grigio annullando, così, la bellezza della tinta dorata.
Così, prima dell’esordio in campionato contro il Napoli di Luciano Spalletti, i lagunari hanno dovuto modificare in tutta fretta la casacca per non incorrere in provvedimenti disciplinari. La prima divisa per il campionato del mondo 2014 venne presentata il 4 marzo 2014 e venne indossata per la prima volta nell’amichevole del giorno seguente, a Madrid contro la Spagna. Il club sardo, appena acquistato dai fratelli Orrù, trascorse in Serie C1 due stagioni, la prima delle quali lo vede, ricostruito per via del rischio incombente di fallimento, evitare per un punto la retrocessione in Serie C2 sotto la conduzione del rientrante Mario Tiddia (subentrato a campionato in corso a Enzo Robotti). Colori che – lo ricordiamo – furono indossati con stile da stelle del calcio mondiale come Thierry Henry e David Trezeguet, giocatori che per diventare i numeri uno in attacco hanno sgobbato in allenamento e durante le partitelle meno importanti, non come l’incostante ed eccentrico Mario Balotelli, un campione abituato a darsi da fare sul serio solo quando ne ha voglia. Il nuovo stemma, sulle divisa azzurre dalla seconda metà del 1991, rappresenta una «i» composta da una striscia stilizzata e obliqua, con il puntino azzurro in alto a sinistra; nella parte alta della striscia verticale trovavano posto le tre stelle dorate su campo azzurro, al centro su campo bianco la denominazione estesa FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO e, in basso, il tricolore.
Anche i pantaloncini della seconda divisa, di color bianco, furono ispirati al pugilato, con un’alta fascia in vita al cui centro vi era la bandiera italiana incastonata in un riquadro dorato, a imitazione della cintura di un pugile. Messico al mondiale di Corea del Sud-Giappone 2002, nel classico abbigliamento maglia e calzettoni bianchi con pantaloncini azzurri. Nella presentazione, la prima divisa era fornita di pantaloncini blu navy. La maglia fu la stessa indossata al campionato d’Europa 2012, con l’aggiunta di dettagli stilistici che si trovavano nella divisa del 1982: i colori del colletto e degli orli delle maniche blu, con inserto tricolore, richiamavano quelli originali, mentre la stampa dorata presente all’interno del collo ripropose tutti i risultati delle partite disputate al mondiale di Spagna e il numero applicato sul retro aveva lo stesso font di quello utilizzato in quella edizione del torneo. Avrebbe dovuto partecipare al campionato del mondo 1934, ma rifiutò l’invito per difficoltà organizzative. Modificata dopo il campionato del mondo 2010, per l’assenza del FIFA Champions Badge, in quanto non riconfermato il titolo di «campione del mondo». Il campionato 1974-1975 inizia nel caos più assoluto. Imolese Calcio 1919 e AC Osteria Grande, continua l’impegno condiviso nel calcio femminile con il progetto Imolese Women’s Archiviato il 1º ottobre 2020 in Internet Archive.
Coppa Italia di serie C, si parte da un vecchio rivale Archiviato il 27 maggio 2019 in Internet Archive. Promossa in Serie D dopo aver vinto i play-off nazionali. L’avventura nei Campionati Nazionali Dilettanti si concluse nella stagione 1999-2000 quando la squadra si classificò all’ultimo posto, con solo 8 punti, raggiungendo il peggior risultato mai ottenuto nella sua storia. Questi sono i saldi della Spagna nei confronti delle nazionali con cui è stato disputato almeno un incontro. In cartapesta sono le statue dei Santi Cosma e Damiano e di Santa Lucia, quest’ultima realizzata nel 1913. Nella chiesa inoltre è presente la statua di San Luigi Gonzaga. Nel 1939 venne annesso il convento dei frati Cappuccini. 1978-79 – 2º ex aequo nel girone A della Serie C1. Nel 1940 arrivò la prima promozione in Serie C, in cui i santernini rimasero (con la significativa parentesi della militanza nel Campionato Alta Italia 1944, de facto la massima serie) fino al 1947; seguirono poi alcune stagioni altalenanti, nelle quali si alternarono promozioni e retrocessioni. Nel 2008, dopo aver fatto un paio di stagioni d’altalena tra Promozione ed Eccellenza, l’A.C. Nel 1926 la Confraternita decise di affidare allo scultore magliese Luigi De Pascalis la realizzazione della nuova statua.
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