Nel corso degli anni a venire, la produzione aumentò significativamente, grazie anche al successo di modelli come la Delphin e la Perfecta, vere colonne portanti della produzione di macchine per cucire Opel nel corso degli ultimi anni del XIX secolo e dei primi anni del secolo successivo. Nel 2008 tale stabilimento è stato intitolato a Giambattista Vico. Alla fine del 1988, con la liquidazione della Finsider, la TAS entrò a far parte dell’ILVA, come principale stabilimento per la produzione dei laminati piani speciali. Il vanto dello stabilimento fu il grande maglio da 108 tonnellate con un sottoincudine da 1 000 tonnellate fuso in un unico blocco, esempio unico per la metallurgia del tempo. La situazione si aggravò fra il 1974 e il 1979 e la Terni rientrò nel riassetto generale della siderurgia pubblica varato nel 1982, quando l’IRI decise di inserire criteri di gestione privata all’interno della Finsider; la Terni fu nominata capofila nella produzione dei getti, delle fucinature, degli acciai inossidabili e dei laminati piani al silicio, in cui erano coinvolti gli stabilimenti Italsider di Lovere e Trieste, anch’essi di antica tradizione siderurgica, con una capacità produttiva totale di oltre 500 000 tonnellate di acciaio l’anno.
Sempre nel 1982 rilevò anche l’Industria Acciai Inox (IAI) di Torino, già FIAT, specializzata nella produzione di laminati piani inossidabili. La rituale cerimonia della fondazione di Carbonia, con le tipiche celebrazioni del regime di quel periodo, si realizzò, in presenza delle diverse autorità civili, militari e religiose, con la posa della prima pietra e di un astuccio contenente una pergamena (con i nomi dei partecipanti al rito battesimale della nuova città) nel fosso delle fondamenta della torre Littoria, ora torre Civica, primo edificio costruito in città sul monte Fossone. Nel 1242, per irrobustire ulteriormente il presidio di questa fascia territoriale, il comune di Vercelli stabilisce di fondare un borgo franco – cioè un insediamento di nuova fondazione, privo di gravami feudali e dipendente direttamente dall’autorità comunale – nel quale si dovranno trasferire forzosamente gli abitanti dei piccoli centri della zona. All’Alfasud, che ebbe un buon successo commerciale, sempre nel 1972 fu affiancata l’Alfetta, una berlina di fascia medio-alta. Il nuovo decennio si aprì con una forte frenata della domanda nei confronti delle vetture di fascia alta e medio-alta, non solo presso la Opel, ma presso un po’ tutte le Case, specie quelle generaliste.
Per quanto riguarda le vetture successive, la 1900 ebbe un design all’avanguardia che derivava da quello delle vetture prebelliche. Alfa Romeo è un’azienda italiana nota per la produzione di vetture dal carattere sportivo. Nel 1933 il governo decise di rilevare le quote dell’Alfa Romeo possedute dalle banche acquisendo ufficialmente il controllo dell’azienda che diventò pertanto statale. Nel 1978, alla 2300 «base», venne affiancata la versione Ti. Grazie a questo appoggio nel 1889 la produzione di acciaio della Società costituiva la metà di quella nazionale. Inoltre, è attiva nella realizzazione di tubi saldati e fucinati di grandi dimensioni attraverso le proprie divisioni Tubificio e Fucine e nella distribuzione capillare dei nastri inossidabili attraverso la società controllata Terninox. Centrale EniPower di Brindisi: la centrale termoelettrica a ciclo combinato di EniPower, una volta completata, con una potenza installata di 1.170 megawatt, sarà la più potente tra quelle della Società Eni. La Carboneria, sorta già nel 1816 dopo il ritorno dei Borboni a Napoli, ebbe l’attivissima «vendita» denominata Sole Rallegrato cui aderirono numerosi spiriti sensibili e generosi che pagarono a caro prezzo le feroce repressione borbonica perdendo l’impiego. L’8C Competizione segnò il ritorno della casa del Biscione alla trazione posteriore. Nel 1952 la casa del Biscione siglò un accordo con l’azienda automobilistica brasiliana FNM per la costruzione in loco di autocarri pesanti.
I costi di produzione vennero ridotti grazie all’introduzione anche al Portello, nel 1952, della catena di montaggio. Oltre alle autovetture, l’Alfa Romeo ha anche prodotto veicoli commerciali, materiale rotabile, mezzi pubblici, motori marini e aeronautici. In Italia i siti produttivi strettamente legati al marchio Alfa Romeo sono stati quattro. Altri cinque manager dell’azienda (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri) sono stati condannati a pene che vanno da 13 anni e 6 mesi a 10 anni e 10 mesi. I processi di riqualificazione urbana nella Bolognina sono inquadrabili nel contesto del sistema economico capitalistico neoliberale. In questo contesto, nel 1989 iniziò la produzione di acciaio al titanio, tramite un’apposita società, la Titania, che ben presto raggiunse dimensioni apprezzabili, risultando il terzo produttore mondiale di questo tipo di acciaio. Verso la metà dell’Ottocento quella di Carlo Verza annoverava 1 300 dipendenti, ed era la tra le prime tre in Lombardia per dimensione, produzione e qualità del filato, insieme a quella dei Gavazzi in Bellano e a quella dei Sormani (entrambe famiglie canzesi e imparentate con i Verza e i Ponti). Il successo di vendite parve inarrestabile anche in tale campo: da 573 frigoriferi costruiti al termine del 1946 si passò rapidamente a ben 8.115 unità prodotte al termine del 1950, che divennero 24.676 cinque anni dopo e addirittura 102.744 al termine del 1958. Ma i riscontri nelle vendite di autovetture furono anche superiori, ragion per cui le esigenze di ampliare la gamma costrinsero la dirigenza GM a far cessare la produzione di frigoriferi a Rüsselsheim in modo da far spazio a nuove linee di montaggio.